Un evento che, sull’onda di un connubio ormai rodato, vede impegnate la SIC da un lato e, dall’altro, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (ANMCO). Ovvero le due più rappresentative e prestigiose associazioni di medici cardiologi. L’appuntamento è a Bari, per venerdì 22 e sabato 23 novembrepresso il Nicolaus hotel. Articolato sulle due giornate, durante il congresso saranno discusse le linee guida, nonché i Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali(PDTA) per affrontare al meglio le malattie cardiovascolari. Più nel dettaglio, saranno individuati e chiariti i passaggi più importanti dell’assistenza, dell’organizzazione sanitaria e della ricerca nel settore cardiovascolare.
Al centro dei lavori, in particolare, una road map per la presa in carico del paziente sulla base delle reti tempo-dipendenti, ovvero l’individuazione di un preciso timing per gli interventi, nonché del luogo di cura più appropriato a seconda delle caratteristiche della gravità delle patologie. Un percorso che vede la Puglia tra le prime regioni italiane ad avere individuato procedure salvavita in caso di infarto, arresto cardiaco, ictus o embolia polmonare.
Ma il congresso rappresenta anche un importante momento di confronto per fare il punto sullo stato dell’arte della prevenzione nelle malattie cardiovascolari anche in ragione di un fenomeno che sembra in ascesa, ovvero l’infarto “giovanile”: si registrano infatti sempre più casi di eventi che colpiscono soggetti con meno di 60 anni. Dagli stili di vitaai farmaci che hanno dimostrato ottimi risultati anche su questo aspetto, si preannunciano due giornate intense.
Si parlerà, inoltre, della prevenzione primaria del rischio cardiovascolare, ma anche del rapporto medico-pazienteche sta vivendo un momento di crisi. Come archiviare la stagione della conflittualità per ritornare a una relazione di maggiore fiducia? Va letto in quest’ottica il contributo che durante i lavori sarà dato dall’Associazione cardiopatici affetti da patologie congenite. Insomma, in un congresso scientifico una finestra importante riservata al malato e al suo rapporto con il medico.
Infine, una sessione sarà dedicata alla cosiddetta “polipillola”. Spesso, una volta dimesso, al paziente cardiopatico vengono prescritte anche 10-12 pillole al giorno, con il rischio che il malato vada incontro a confusione o dimenticanze. In soccorso viene la polipillola che racchiude più compresse in una. L’obiettivo è aumentare l’aderenza alla terapia e quindi ridurre la mortalità e nuove ospedalizzazioni.
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