venerdì 23 novembre 2018

'I tumori non operabili del fegato e del pancreas': convegno all'Oncologico di Bari

BARI - Nella lotta contro il cancro alle tre grandi discipline, Chirurgia, Oncologia Medica e Radioterapia,  si è aggiunta da diversi anni, una nuova disciplina, per così dire “ibrida”, la quale dalle metodologie citate ha attinto tecniche che, integrate con la cultura Radiologica, hanno dato vita alla Radiologia Interventistica o, meglio, Oncologia interventistica.

L’Oncologia interventistica offre sistemi “percutanei” che, usando strumenti di minimo ingombro che percorrono strade di accesso dalla cute all’organo malato,  procedendo sotto guida radiologica, raggiungono direttamente il bersaglio-tumore. E’ così possibile somministrare farmaci direttamente ed esclusivamente nel tumore o demolirlo con mezzi fisici, quali  calore, freddo, sostanze radioattive.

Ogni atto terapeutico all’interno dell’Oncologia Interventistica conserva la duplice natura medica e chirurgica, ed è fortemente caratterizzato dalla integrazione multidisciplinare. In esso, infatti, si fondono conoscenza e cultura delle immagini, tipiche della Radiologia tradizionale, competenza nell’impiego di farmaci antiblastici o radioattivi tipiche dell’Oncologia Medica e della Medicina Nucleare, e conoscenza della metodologia chirurgica al fine di compiere gesti invasivi garantendo sicurezza ed efficacia.

Nel febbraio 2002 nell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari è nata, per la prima volta in Italia, sotto la direzione del dottor Cosmo Damiano Gadaleta, la Struttura Semplice Dipartimentale di Radiologia Interventistica dotata di posti letto e di personale medico strutturato “misto”, costituito da radiologi interventisti e oncologi medici. E’ stata così inaugurata, per la prima volta in Europa, la nuova tecnica terapeutica per la cura dei tumori polmonari consistente nella termo-ablazione polmonare. Oggi, questa metodologia curativa fondata sulla somministrazione intra-tumorale di calore elevato è ben nota ed ampiamente diffusa.

Nel 2007 la medesima Struttura, ulteriormente ampliata, è diventata “Struttura Complessa”. La perfetta integrazione delle competenze professionali di ordine medico, tecnico e infermieristico ha consentito di mettere a punto il nuovo protocollo terapeutico di cura dei tumori polmonari consistente nella combinazione simultanea di termo-ablazione e chemioterapia. Questa tecnica, detta “Double Track” è stata pubblicata nel 2013 nella letteratura mondiale.

Più recentemente, dopo un periodo di preparazione di dieci anni, impiegato particolarmente per superare difficoltà normative e logistiche, l’Istituto Oncologico di Bari, gemellato con l’Istituto universitario di Medicina Nucleare, diretto dal prof. Giuseppe Rubini, ha potuto inaugurare la potente radioterapia interna per la cura dei tumori epatici non operabili e resistenti alla chemioterapia. In poco più di un anno gli Enti si sono attestati al terzo posto sul territorio nazionale per frequenza di trattamenti, con più di 70 casi, i dati dei quali verranno illustrati per la prima volta nell’evento scientifico imminente.

Il direttore generale dell’IRCCS, dr. Antonio Delvino ha favorito lo sviluppo di tali metodiche ritenendo che la integrazione multi-professionale e multi-specialistica possa consentire di qualificare ulteriormente l’Istituto fornendo anche a pazienti affetti da gravi patologie oncologiche prospettive di cura negate fino a poco tempo fa.

Il 28 e 29 novembre si terrà nella sala convegni dell’Istituto Tumori il convegno dal titolo “I Tumori non operabili del fegato e del pancreas: terapie interventistiche e mediche integrate” organizzato dall’equipe del dr. Gadaleta nel corso del quale saranno presentate le innovazioni sopra descritte.

I rappresentanti degli organi di informazione sono invitati alla conferenza stampa di presentazione del convegno che si terrà lunedì 26 novembre, con inizio alle ore 11 presso la sala convegni dell’Istituto.

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