BARI - Il convegno "La mediazione civile: presente e futuro", valido per la formazione degli Avvocati e Dottori Commercialisti, svoltosi a Bari presso l'Hotel Rondò il 24 giugno ha offerto molti interessanti spunti di studio per gli operatori del settore della mediazione.
I relatori infatti hanno portato testimonianza della loro esperienza in materia (quali mediatori e responsabili di organismi di mediazione, avvocati, altri professionisti come dottori commercialisti ed ingegneri, attori dei procedimenti in qualità di consulenti delle parti o dei mediatori, magistrati), per indicare quali siano le difficoltà che ancora incontra la mediazione ad imporsi, criticità dovute sia al “sistema giustizia” sia al deficit di “cultura della mediazione” che vi è tra i cittadini e gli stessi operatori del diritto.
Particolari problemi si rilevano nei rapporti mediazione – procedimento giudiziario: le situazioni di mediazione delegata dal giudice, casi in cui le parti sentono la stessa come un semplice obbligo senza alcuna possibilità di trovare un accordo e risolvere il contenzioso, e nei casi in cui la mediazione, seppur obbligatoria non è stata preventivamente esperita. In questi casi il giudice svolge un ruolo importantissimo nell'orientare le parti, indicando loro la mediazione quale possibile soluzione del caso.
Non significa però che tutto sia negativo: dagli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Giustizia, riferiti al primo trimestre 2016 si rileva che quando le parti chiamate decidono di aderire alla mediazione, nel 43% dei casi si raggiunge un accordo. Dati incoraggianti che devono far riflettere gli operatori, ed il legislatore, su come un maggiore uso di questi procedimenti, magari con alcune modifiche legislative, possano diventare determinanti per una migliore amministrazione della giustizia, con un minore carico di lavoro dei tribunali, a tutto vantaggio dei cittadini.
I relatori infatti hanno portato testimonianza della loro esperienza in materia (quali mediatori e responsabili di organismi di mediazione, avvocati, altri professionisti come dottori commercialisti ed ingegneri, attori dei procedimenti in qualità di consulenti delle parti o dei mediatori, magistrati), per indicare quali siano le difficoltà che ancora incontra la mediazione ad imporsi, criticità dovute sia al “sistema giustizia” sia al deficit di “cultura della mediazione” che vi è tra i cittadini e gli stessi operatori del diritto.
Particolari problemi si rilevano nei rapporti mediazione – procedimento giudiziario: le situazioni di mediazione delegata dal giudice, casi in cui le parti sentono la stessa come un semplice obbligo senza alcuna possibilità di trovare un accordo e risolvere il contenzioso, e nei casi in cui la mediazione, seppur obbligatoria non è stata preventivamente esperita. In questi casi il giudice svolge un ruolo importantissimo nell'orientare le parti, indicando loro la mediazione quale possibile soluzione del caso.
Non significa però che tutto sia negativo: dagli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Giustizia, riferiti al primo trimestre 2016 si rileva che quando le parti chiamate decidono di aderire alla mediazione, nel 43% dei casi si raggiunge un accordo. Dati incoraggianti che devono far riflettere gli operatori, ed il legislatore, su come un maggiore uso di questi procedimenti, magari con alcune modifiche legislative, possano diventare determinanti per una migliore amministrazione della giustizia, con un minore carico di lavoro dei tribunali, a tutto vantaggio dei cittadini.
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